Quando intendo cominciare una mia scultura, mi sembra di essere ancora bambino davanti alle cascate d'acqua del vecchio mulino del paese che quasi ogni giorno, con la bicicletta, passavo a vedere. Quel ritmo rumoroso scavava dentro; un po pauroso ma che sapeva attrarre. Il gioco era seguire con lo sguardo dei pezzetti di legno gettati nell'acqua lenta che dopo l'inesorabile accelerazione precipitavano giù. In quei pochi secondi osservavo aria acqua e materia rimescolarsi sotto la forza centrifuga. Allo svaporare della schiuma l'acqua tornava pacata e lenta e quei legnetti riapparivano sotto altro schema. Allora non lo intuivo ma quella era l'esatta trasposizione in natura di come nasce in noi un'idea un'emozione. Oggi per me funziona ancora un pò così. Mi piace sentirmi un pò cascata e un pò bambino e gioco a modellare vorticosamente natura corpi, elementi; combinandoli li sento rigenerarsi dentro nuovi nomi e significati.
Inaspettatamente, a volte, veloci intuizioni o profondi pensieri come legnetti gettati e creduti persi, riemergono in un pensiero tridimensionale.
"Un bellissimo pensiero"
materiale: bronzo, fusione cera persa e smalti
"Eleonora sogna spesso il lupo"
materiale: bronzo patinato
"Il bambino che c'è in noi"
materiale: jesmonite patinata
"La danzatrice araba"
materiale: bronzo, fusione cera persa
"Il colpo"
materiale: bronzo, fusione cera persa
"Volere volare"
materiale: bronzo, fusione cera persa
"VITE VITAE"
materiale: bronzo, fusione cera persa
"La terra in inverno"
materiale: jesmonite patinata
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